Il nome di Donald Trump circola sempre più insistentemente per il Premio Nobel per la Pace dopo l’accordo Israele-Hamas. Cosa sappiamo.
Dopo il suo ruolo attivo nell’accordo tra Israele e Hamas, il presidente Usa Donald Trump ha riportato al centro dell’attenzione la sua storica ambizione: conquistare il Premio Nobel per la Pace. Ciò è veramente possibile? Ecco, a seguire, cosa sta accadendo.

Il presidente Usa Trump si candida per il Premio Nobel per la Pace: il suo messaggio
“Mi merito il premio Nobel per la pace ma non me lo daranno mai“, ha detto Donald Trump a febbraio. Ora, dopo l’annuncio dell’accordo Israele-Hamas, torna all’attacco con un post che si conclude con “Blessed are the peacemakers, che siano benedetti gli operatori di pace“. È il modo con cui si auto-proclama il grande artefice della pace in Medio Oriente.
Non sono mancati, come riportato da Adnkronos, i riconoscimenti: il premier israeliano Netanyahu lo ha elogiato per “forgiare la pace mentre parliamo“, facendo riferimento anche ai raid USA contro l’Iran. Sostegni a favore della sua candidatura al Nobel sono arrivati da politici di Cambogia, Pakistan, Norvegia, Ucraina e Stati Uniti. Ma quasi tutte le nomine sono giunte fuori tempo massimo rispetto alla scadenza del 31 gennaio.
“Il comitato ha preso già la sua decisione”
Il Comitato norvegese, spiega Adnkronos, mantiene la tradizionale riservatezza. Il portavoce Erik Aasheim conferma solo che “l’ultima riunione del comitato si è svolta lunedì” e che “non sono previste altre riunioni“. Nessun rinvio, nessuna eccezione: “Ci sarà un vincitore“.
Per Asle Sveen, storico dei Nobel, non ci sono dubbi: “Sicuro al 100% che il vincitore non sarà Trump“. Anche Nina Grager, direttrice dell’Istituto per la Pace di Oslo, ritiene “altamente improbabile” che l’accordo a Gaza influenzi la decisione di quest’anno, pur ammettendo che in futuro potrebbe essere diverso.